J-Ax a The Voice "Quando sento i Queen mi faccio una doccia e brucio i vestiti che indosso"


"Quando ascolto una canzone dei Queen, brucio i vestiti che indosso e mi faccio una doccia per purificarmi". E' con questa frase shock che ieri sera J-Ax ha accolto la performance al piano forte di uno dei concorrenti di The Voice, il talent show in onda ogni mercoledì su Raidue. Per chi fosse poco avvezzo al genere, il programma funziona così: ogni concorrente si presenta sul palco di fronte a quattro giudici voltati di spalle, inizia a cantare e se la sua performance risulta gradita, i giudici possono voltarsi esprimendo così il proprio favore. The Voice non è (ovviamente) un format italiano. Sono anni che la tv tricolore ha smesso di produrre spettacoli originali, preferendo affidarsi a pacchetti pre-confenzionati da altri: poca fatica e tutto grasso che cola se gli ascolti ti danno ragione. Questa a quanto pare la filosofia della televisione pubblica. J-Ax ha sostituito il ben più affermato Riccardo Cocciante, evidentemente stufo di dover "dare le spalle" alla musica o a chi ha il coraggio di salire su un palco già in partenza ostile. Ed è proprio questa caratteristica ad infastidire i più, tanto che The Voice ha non ha certo lo stesso appeal di talent come X-Factor o American Idol, che nei paesi di origine spopolano e anche qui da noi (il primo evidentemente) è riuscito negli anni a regalare qualcosa di buono.


Ma cosa è successo ieri sera? Il giudice-Ax ha deciso di non voltarsi e quindi di non dare il proprio assenso alla performance di tale Giuseppe Maggioni. E' stato l'unico perché, tra gli applausi del pubblico, i tre colleghi del rapper, ovvero Raffaella Carrà, Noemi e Piero Pelù non hanno perso tempo e si sono uniti al generale favore tributato forse più alla musica dei Queen che non al concorrente in gara. Del resto con le leggende del rock, che hanno rappresentato un momento fondamentale della storia musicale a livello mondiale, funziona così: ti spelli le dita ad applaudire già alla prima nota e solo dopo magari rifletti sull'effettiva qualità dell'esecuzione. E' un qualcosa che va al di là del mero gusto personale. E' la stessa emozione che ti fa restare a bocca aperta di fronte alla Gioconda o a un'opera di Dalì: magari non ne comprendi il senso, ma accetti di essere di fronte a un capolavoro. Tutti la pensano così, tranne evidentemente il buon rapper che ha così commentato il suo rifiuto a voltarsi:

 “Ogni volta che sento una canzone dei Queen mi faccio una doccia e brucio i vestiti per purificarmi. Il rock mi piace ignorante, e loro sono troppo arzigogolati. Mi piace il rock suonato da due sedicenni stronzi. Ma adesso mi tocca scappare dai fan dei Queen?!“.

L'Ax pensiero è stato interrotto dai sonori "buuu" del pubblico e dalle reprimende degli altri giudici, per niente d'accordo con il collega, che ha comunque voluto precisare il proprio punto di vista:

“Io quando sento un pezzo dei Queen… mi faccio una doccia e brucio i vestiti che avevo addosso”.

Certamente infastidito dal generale disappunto che gli è piovuto addosso, J-Ax è cascato sulla classica buccia di banana ed è tornato ad essere per qualche minuto il tipico rapper con atteggiamento da "gangsta", ideale per sottolineare lo stile di certi artisti americani magari, ma che qui da noi assume i toni del ridicolo, specie se il ruolo viene rivestito da un artista (?) fuori dai giochi ormai da anni, auto-riciclatosi in un talent e dalla lacrima facile per la suonrina che canta Alicia Keys. Ma la questione fondamentale è un'altra. J-Ax aveva il sacrosanto diritto di esprimere la propria opinione, perché i Queen non possono piacere a tutti. Sono i modi e lo stile che non possono essere accettati. La televisione è uno strumento potente, anche più della rete che offre sempre l'opportunità del confronto e dell'approfondimento. La tv no, è un mezzo passimo, che ti spara in faccia le sue verità e il telespettatore non può far altro che subirle. Pur essendo The Voice un programma di intrattenimento, il fatto che vada in onda sulla tv pubblica lo rende per forza di cose portatore anche di un messaggio culturale. O almeno così dovrebbe essere quando metti in piedi uno show anche con denaro pubblico. Ciò non significa che chi fa televisione deve essere sempre e comunque schierato con le masse. Anzi, la maggior parte delle volte fare cultura significa proprio raccontare idee fuori dal coro. Ma quando la critica sfocia nell'insulto, quando metti assieme figure retoriche detestabili come le docce e i vestiti bruciati, quasi che l'argomento trattato sia qualcosa di sudicio di cui sbarazzarsi il prima possibile, allora ti assumi la responsabilità di diffondere un messaggio negativo, ai limiti del razzismo. 

Per J-Ax il rock è quello suonato da due sedicenni brutti, sporchi e cattivi. Peccato che il rock lo abbiano fatto musicisti che i propri strumenti sapevano suonarli. Jimy Hendrix non era un ragazzino dalla barba incolta, i 4 di Liverpool non erano degli stupidotti da bar e i Led Zeppelin hanno messo talmente tanta cultura nella loro musica da creare vere e proprie enciclopedie musicali. E che dire del punk o del grunge? Solo in apparenza musica urlata e low-fi. Del resto un certo Kurt Cobain indovinate con quale disco ha iniziato a capire la musica: News Of The World dei Queen, of course! Il rapper italiano ha quindi espresso la propria idea senza conoscere la materia, senza possedere la "grammatica di base" e lo ha fatto nel modo peggiore possibile, facendosi sedurre dall'idea che essere controcorrente è sempre "figo". Ma i grandi contestatori erano altri, sapevano di cosa parlavano e soprattutto si tenevano ben distanti da docce e falò purificatori. E' una questione di onestà intellettuale, di rispetto per la musica e per l'intelligenza di chi decide di piazzarsi davanti la tv, magari solo per un paio d'ore di svago. A chi sta dall'altra parte dello schermo il compito di non contribuire allo spegnimento delle menti e all'azzeramento della cultura. 

Infine una considerazione su The Voice. Quanto successo ieri si sposa perfettamente con l'edizione anglosassone, duramente contestata proprio da Brian May con queste parole:

“The Voice è l’insulto definitivo alla musica e ai performer. Tutte le volte che vedo un attimo un giovane cantante che si sta dannando l’anima per avere l’attenzione di qualcuno, un qualcuno che è seduto e gli dà la schiena in maniera scortese…mi sento male“.

A voi decidere a chi dare ragione: J-Ax o Brian May? 

@Last_Horizon