Intervista a Brian May su Maxim Magazine (Russia) del 4 Marzo 2014



Il leggendario chitarrista dei Queen ha rilasciato questa intervista a Maxim in vista del concerto che lo vedrà protagonista in Russia assieme a Kerry Ellis. E tra i ricordi del passato e il racconto dei suoi progetti presenti, ci spiega perché bisogna andare al concerto. Ma la prima domanda non può che riguardare i Queen. Brian, ci sono voci su un nuovo disco con registrazioni d'archivio dei Queen, è vero?
“Pensavamo che non ci fosse più nulla. Ma poi sono arrivate un paio di cose e io stesso sono rimasto sorpreso dal fatto che siano sopravvissute. Questo è un disco incompiuto. Con la nuova tecnologia siamo in grado di completarlo senza Freddie, come abbiamo fatto per Made in Heaven. Speriamo di pubblicarlo entro la fine dell'anno.”

Cantere anche tu e Roger?
“Perché? Tutti vogliono sentire la voce di Freddie.”



Cosa ti manca di più della tua vita passata?
“Beh, non esattamente i tour da nove mesi all'anno. Mi sento ancora come un membro della famiglia, che per tutti noi erano i Queen. E non è una cosa che si possa sostituire.. E, naturalmente, mi manca Freddie. E' come se avessi perso un fratello.”

Il vero Freddie Mercury era diverso da come lo potevamo vedere?
“Da un lato poteva apparire stralutano, con la testa tra le nuvole. Ma era molto concentrato e preciso, con pensieri sempre molto articolati, e riusciva a separare da un lato ciò che era veramente importante per lui da ciò che non gli interessava. E a volte poteva non sembrare molto gentile. Se in un momento sbagliato provavi a chiedergli di farti un autografo, Freddie poteva risponderti così: 'No, non puoi', E se poi era molto impegnato, la sua risposta sarebbe stata più forte, del tipo: 'Fottiti, darling'. E molti ricordano di essere stati apostrofati così da Freddie. Ricordo che quando abbiamo suonato in Sud America c'era un quarto di milione di spettatori e, prima dello spettacolo, l'intervistatore gli chiese: 'Cosa significa suonare davanti a un pubblico così grande?' E Freddie rispose: 'Non lo so, non lo abbiamo ancora fatto'.”

Hai scritto la metà dei successi dei Queen, ma per i profani i Queen erano Freddie. Non ti da fastidio?
“No. Freddie era il volto del gruppo, ed è stata la nostra comune e consapevole decisione. Mi si avvicinò con il disegno della copertina del primo disco e lì, se vi ricordate, c'era solo lui sotto i riflettori.”

Brian, non sei una rock star tipica: sei uno scienziato, un astronomo, non hai mai fatto uso di droghe e alcool....
“Forse è vero, non sono la tipica rock star. Ma eravamo tutti atipici, ciascuno a proprio modo. Ma nessuno è mai venuto da me a chiedermi perché non demolissi una stanza d'alberto, visto che sono una rock star. Certo, abbiamo fatto delle feste divertenti, ma questioni di alcolismo e tossicodipendenza non erano nella nostra agenda.”

Ricordiamo ancora tutti con grande emozione l'esibizione di George Michael al Freddie Mercury Tribute. Non hai mai pensato di chiedergli di suonare con voi?
“Noi siamo molto amici con George e lui è un grande cantante, ma siamo troppo diversi, sia musicalmente che stilisticamente. Quindi la risposta è no. Inoltre ha la sua carriera ed è improbabile che voglia lanciarla.”

Cosa provi quando negli stadi suonano la tua We Will Rock You?
“Sono molto orgoglioso e sorrido sempre. In quei momenti sento che la musica può affondare nell'animo umano perché è un pezzo molto più profondo di quanto generalmente si pensa di una canzone che va alla radio.”

Brian, cosa dobbiamo aspettarci dal tuo concerto con Kerry Ellis? E' uno show per i tuoi fans, per quelli dei Queen o semplicemente per gli amanti della musica?
“Penso che sia per gli uni e gli gli altri, e anche per la terza categoria da te nominata. Le nostre performance non sono come quelle dei Queen, anche se nella scaletta ci sono canzoni dei Queen. Questo è un qualcosa di più intimo, libero e con tempi variabili, come se stesse accadendo a casa in salotto: si parla col pubblico, ci sono le candele accese e Kerry canta mentre io suono la chitarra dietro ci sono un po' di tastiere. In questo contesto le vecchie canzoni trovano una nuova forza inaspettata.”

E' chiaro che Mosca attende Brian May. Ma cosa si aspetta Brian May da Mosca?
“Fin da bambino, la Piazza Rossa per tutti noi era un simbolo del territorio del nemico, qualcosa di molto spaventoso. E ora, visitandola la sensazione che si prova è di calore, quello della gente, e questo mi fa sentire una sorta di aura mistica. E questo vale per tutta Mosca. Nel corso degli anni Mosca si è europeizzata, ma non vorrei che perdesse questa sorta di misticismo."

Sei molto a tuo agio nell'era digitale, tra blg e twitter....
“Forse dipende dal fatto che, come sapete, sono anche un astrofisico, uno scienziato. Parlo molto praticamente, anche se durante la vita nei Queen ho avuto pochi contatti con il mondo, non ho nemmeno mai risposto alle lettere dei fans, perché non avevo davvero il tempo. Adesso invece scrivo su Twitter e incontro decine di persone e parlo con loro. Faccio beneficenza, mi occupo dei diritti degli animali e senza internet non sarei stato in grado di portare avanti tutto questo.”


@Last_Horizon