In studio con i Queen: l'ingegnere del suono Ash Alexander racconta la sua esperienza


Queste sono storie che ai fans piacciono perché raccontano i retroscena che si celano dietro i grandi dischi dei loro artisti preferiti. E' un po' come riuscire a sbirciare attraverso una porta solitamente ben chiusa ma che, con nostra grande gioia, scopriamo essere rimasta aperta. In questo modo abbiamo l'opportunità di assistere alle registrazioni di un album e a tutto quanto avviene in sala di registrazione e che, magari dopo anni, verrà condensato in quei pezzi di plastica che custodiamo gelosamente e ascoltiamo fino a consumarne la superficie. In questo caso il sito ufficiale dei Queen ha proposto il lungo racconto di Ash Alexander, uno degli ingegneri del suono che hanno avuto il privilegio di collaborare con Brian May, Roger Taylor e John Deacon per la realizzazione del loro album più complicato, magnifico e allo stesso tempo doloroso: Made in Heaven. Dopo una prima parte nella quale Ash ha raccontato la sua storia personale (e che qui ometto perché lontana dalla band), nella seconda descrive in maniera davvero minuziosa i lavori in sala di registrazione, fino a comporre un vero e proprio racconto che ci fa rivivere quanto avvenne in quei giorni. Buona lettura.


***

Nel 1991 giunsi a Montreux per lavorare al nuovo album di Tomoyasu Hotei ed ebbi l'opportunità di visitare i Mountain Studios dove i Queen, assieme a David Richards, avevano registrato gran parte dei loro dischi. Adoravo quegli album e per me era un onore poter trascorrere del tempo con David. Non potevo credere alla possibilità che mi era stata concessa. Sono entrato in studio e sia David che Tomoyasu si dimostrarono fin da subito molto generosi e calorosi nei loro saluti. Senza farmi troppe domande David si è messo subito a lavoro ed è andato tutto magnificamente. Siamo poi andati a cena più tardi quella sera stessa. Mi sedetti accanto a David e chiacchierammo di musica, dello studio e del nostro passato. Sapevo del suo coinvolgimento con i Queen, ma su questo non disse nulla, tuttavia per tutta la durata della cena mi disse con insistenza che avremmo dovuto lavorare assieme su qualche altro progetto. Lo assicurai che lo avrei fatto molto volentieri e così ci salutammo.

24 novembre 1991

Stavo lavorando negli Abbey Road Studios. Era passata da poco la mezzanotte e la guardia di sicurezza aveva già iniziato la sua ronda. A meno che non siete coinvolti in una session di registrazione, è vietato entrare in studio o nella di sala di controllo, così ho pensato che dovesse essere successo qualcosa. E infatti la guardia ci informò di una notizia appena diffusa: Freddie Mercury era morto nella sua casa di Londra. Naturalmente conclusi il mio lavoro e feci ritorno a casa, ma le emozioni dettate da quella notizia furono tali da indurmi a passare prima da Garden Lodge per rendere omaggio a Freddie. Non avevo idea che stesse così male, anche se col senno di poi, dopo aver visto la sua ultima apparizione televisiva ai Brit Award nove mesi prima, mi resi conto di quanto Freddie fosse fragile Anche Brian durante il discorso sul palco sembrava parecchio a disagio.

20 aprile 1992

Il mio amico Chesney Hawkes mi invitò al concerto in onore di Freddie Mercury che si sarebbe tenuto allo stadio di Wembley. Aveva lavorato con gli Who e ottenne direttamente da Roger Daltrey un biglietto omaggio. Per il backstage invece aveva un solo pass, ma anche questo problema fu superato perché Ches conosceva l'addetto alla sicurezza. Fu quella l'occasione in cui conobbi la mamma di Freddie. Ricordo che le dissi che avrei voluto conoscerla in circostanze diverse e quanto profondamente fossi dispiaciuto per la sua perdita e di come dovesse essere incredibilmente orgogliosa di suo figlio. Confesso che spesso penso a lei. Il giorno dopo ero di nuovo al lavoro. Gli Extreme stavano registrando le sovraincisioni orchestra nello Studio 1. Il cantante Gary Cherone era in coda per il pranzo in mensa e indossava una t-shirt con la silhouette di Freddie tratta da Hot Space con la scritta Life is Real. Indicando la sua t-shirt gli dissi che la frase successiva a quella frase era "Lennon è un genio". Cherone mi rispose aggiungendo la lirica successiva ed entrambi concordammo sul fatto di essere grandi fans dei Queen. Gli feci anche i complimenti per l'esibizione della sua band il giorno prima al Tribute e sinceramente mi sembrò soddisfatto. Più tardi quella sera vidi Brian May aggirarsi nel loro studio per un breve saluto alla band.

Nella primavera del 1993 ero in ufficio davanti agli Abbey Road Studios. Era passata già da un po' la mezzanotte e mi ero concesso una breve pausa dal lavoro. Come al solito ho dato un'occhiata al diario dello studio dove venivano annotate tutte le attività prenotate. Sfogliando le pagine mi sono imbattuto in una voce che recitava così: "Studio 3 - QUEEN" per 2 settimane. Era un appunto vergato a patita e non riportava ulteriori informazioni. Dissi a me stesso che entro breve sarebbe arrivata la spiegazione razionale per quella prenotazione. Di lì a poco mi sarei ritrovato impegnato in una session di registrazione con i Queen.

Il mio diario dal 1993 è andato perduto purtroppo,, quindi ho solo degli appunti mentali su quando e quali canzoni sono state lavorate nella fase iniziale di Made In Heaven. All'inizio abbiamo preso in consegna vari nastri multi-traccia su formati vari. Questi sono stati poi trasferiti su nastri digitali a 48 piste per il lavoro futuro. Roger Taylor e John Deacon erano soli in queste sessioni dato che in quel periodo Brian era impegnato nel suo tour solista in Giappone.

Abbiamo lavorato negli studi di Abbey Road 3, uno spazio davvero bello e grande in cui. Se ci si siede nel posto giusto dietro la consolle, guardando attraverso lo studio si possono vedere i fari del passaggio pedonale che lampeggiano.

Una delle prime riproduzioni e trasferimenti che abbiamo fatto è stato quello per Under Pressure. La registrazione è stata fatta da David Richards presso gli studi di Montreux. Per 30 minuti l'ingegnere Noel Harris assieme a Roger e John hanno ascoltato dal nastro come l'idea canzone si fosse evoluta. La parte vocale di David Bowie era stata cancellata dal multitraccia. Si sentiva solo Freddie sul nastro e accompagnato da tintinnio del ghiaccio dentro il bicchiere da cui stava bevendo. Poi si sentiva John che ripeteva il suo riff di basso e Roger che seguiva il tempo alla batteria. Chiudendo gli occhi ho immaginato la registrazione come se si stesse svolgono di fronte a me. Dopo 30 minuti la canzone aveva la forma che tutti conosciamo. Il silenzio alla fine del nastro era assordante, una sorta di duro monito sul significato di essere lì senza Freddie. Spesso mi sentivo triste per questo e percepivo in me il vuoto di non avere Freddie intorno e posso solo immaginare che tortura deve essere stata per la band sopportare il ricordo costante dell'amico per tutta la durata del lavoro.

Nel corso della successive due settimane Roger ci suggerì di andare a cena fuori. Accadde tre o quattro volte in un ristorante italiano della zona. Ancora adesso rido nel ricordare quando saltavamo sulla Mercedes di Roger e in quattro andavamo a cena assieme. Il locale in questione era di proprietà di una signora italiana che ci costringeva ad annusare quelli che definitiva i suoi “meravigliosi funghi" da un vaso, fatti fare apposta da Roger. Durante la prima di queste occasioni la titolare ebbe questo scambio di battute con Roger:
"Ti conosco,” gli disse. "Dove ti ho visto prima?"
"Beh, io sono in una band e siamo stati in televisione prima" rispose Roger.
John sembrava tranquillo per il fatto di non essere riconosciuto.
"Che gruppo?" chiese allora la donna.
"Sono il batterista in un gruppo rock'n'roll chiamato Queen", rispose. Se ci pensate questa frase assume un significato piuttosto interessante se pensate al suo nuovo album solista e alla canzone I'm the drummer in a rock'n'roll band!
"No, non ho mai sentito di questa band", rispose lei.

Terminato il nostro pasto e giunto il momento di pagare il conto, John chiese a Roger se per farlo dovesse usare la carta di credito a nome Queen. Ho trovato questo particolare ancora più divertente di Mama Rosa, la titolare del ristorante che non conosceva la band.

La batteria di Roger era già a a metà dell'opera dopo appena la prima settimana di lavoro e questo fu una sorpresa sia per me che per l'ingegnere Noel Harris. Ci aspettavamo di impiegarci più tempo perché bisognava cercare il materiale utilizzabile tra vari formati differenti per poi elaborare il tutto. Alla fine Noel mi affidò il compito di sistemare la batteria e di posizionare i microfoni all'interno della sala di registrazione. John utilizzò il suo basso Fender di colore rosso DI Box (senza che venisse impiegato l'amplificatore) e passo del tempo con noi nella sala di controllo. Dubito che queste registrazioni siano poi finite nei mix finali. Il piacere era di poter partecipare con Roger e John alle loro sperimentazioni e di lavorarvi assieme.

I fogli relativi al lavoro fatto in quella prima fase documentano i brani su cui lavorammo: It's A Beautiful Day, I Was Born To Love You, Made In Heaven e Heaven For Everyone.

Ci fu una sessione di registrazione delle sovra-incisioni con le tastiere. Non riesco a ricordare per quale canzone, ma ricordo che John Deacon stava lavorando alla produzione di un brano con Mike Crossley. Ho incontrato Mike di nuovo anni più tardi presso la sede del Borderline di Londra, dove è stato l'ingegnere del suono.

Di Martin Groves, il PA di Roger Taylor ho il ricordo di una persona molto gentil che mi ha prestato un amplificatore Vox AC30 per il mio primo concerto dopo che le sessioni finali per i Queen erano terminate. Fu al Rock Garden di Covent Garden. Martin sapeva che non avevo un amplificatore per il concerto. Spesso mi chiedo se l'amplificatore che mi è stato prestato non fosse stato usato da Brian.

Ho lasciato gli Abbey Road Studios e ho iniziato a lavorare per i Virgin Studios, che includevano anche i The Town House Studios di Shepherds Bush. A metà agosto del 1995, mentre guardavo i soliti diari con la pianificazione delle prossime settimane, notai di nuovo la dicitura ”Queen & David Richards”. In un attimo vi apposi le mie iniziali per essere sicuro di prendervi parte.

Ricevetti una telefonata da David Richards pochi giorni prima che iniziassimo le nuove attività. Ero preoccupato dall'idea di lavorare con lui, ma sono stato subito messo a mio agio quando nel momento stesso in cui ha chiamato. Abbiamo chiacchierato del nostro incontro ai Mountain Studios. La chiamata era solo per stabilire un contatto in vista di quello che stavamo per fare. Non mi sembrava vero di poter lavorare alle fase finali del disco dopo aver partecipato a quelle iniziali. Dato che quel sabato ero impegnato al matrimonio di un amico concordammo per iniziare a lavorare in studio la domenica successiva. In seguito appresi che l'album doveva essere consegnato entro la fine del mese. L'album è stato poi pubblicato nel mese di novembre, quindi c'era solo una finestra di quattro settimane per fabbricare il cd dopo che avevamo finito le registrazioni finali, conl mix definitivo e il mastering.

Ai Town House Studio Sessions le cose si svolsero cronologicamente nel seguente modo:

Studio 1

Domenica 3 settembre 1995
11,30-23,00 - I Was Born To Love You - Mix

Lunedi 4 Settembre
11,00-22,00 - I Was Born To Love You - Mix

Martedì 5 settembre
11,00-21,00 - I Was Born To Love You - Mix

Nel pomeriggio la chitarra di Brian e un amplificatore Vox AC30 apparvero in studio, portati direttamente dal suo assistente tecnico Pete Malandrone. Dovevamo fare le sovraincisioni di chitarra su You Dont Fool Me. David mi chiese di posizionare due microfoni Shure 421 nella parte posteriore del cabinet, mentre davanti c'erano due SM57, anche se questi non vennero utilizzati nella registrazione. Il suono della chitarra di Brian fu immediata e siamo stati subito pronti a registrare. Si fermò davanti alla console nella sala di controllo di fronte a David e me. Brian aveva un'idea di quello che voleva suonare. Il riff di chitarra era già stato registrato. La chitarra solista è quella che è stato aggiunta. Brian ha utilizzato un pezzo di carta su cui aveva disegnato una mappa di punti, non come notazione musicali. Essere così vicino a Brian mi ha ricordato le riprese di Radio Ga Ga tredici anni prima quando presi parte come fan al video. Ero alla stessa distanza da Brian come allora, ma lo scenario era oltre la mia immaginazione.

Martedì 5 settembre
21,00-24,00 – You Don't Fool Me - sovra-incisioni di chitarra .

Mercoledì 6 settembre
17,00-24,00 – You Don't Fool Me - Programma & Mix

24,00-2,00 - copie su DAT

Ero in studio da sola questa sera, mentre facevo alcune copie su nastri DAT del lavoro inciso fino a quel momento. La chitarra di Brian era al sicuro nella sala di controllo. Confesso di avervi dato un'occhiata...ho aperto il coperchio della custodia, ma era troppo spaventato per prenderla in mano, figuriamoci suonarla.

Giovedi 7 Settembre
11,00-20,00 – You Don't Fool Me - sovraincisioni di chitarra/computer.
20,00-10,00 – You Don't Fool Me - Programmazione e registrazione

Alle 03:00 David mi suggerì di andare a casa mentre stava programmando da solo. L'ho lasciato andare avanti perché ebbi la sensazione che preferisse lavorare da solo. Penso che in quella occasione abbia lavorato su quella che in Made in Heaven è conosciuta come 'Track 13'.

Venerdì 8 settembre

Giornata fuori dagli studi. Forse ho incontrato Pete Malandrone e un amico al Sun Inn a Barnes, quel pomeriggio. Il Fan Club dei Queen aveva la sua sede proprio dietro l'angolo e anche Brian aveva una casa lì vicino all'epoca, anche se non sono sicuro se vi vivesse in quel quel momento. Pete era seduto vicino alla finestra di fronte al pub e continuava a guardare fuori. Gli chiesi che cosa stasse guardando e lui mi ha risposto "Sono sempre preoccupato quando sono fuori con la chitarra di Brian. E' nel bagagliaio della macchina qui fuori", Rimase giusto il tempo per un drink e poi decise che era tempo di andare via.

Sabato 9 settembre
11.00 - 01.00 – You Don't Fool Me - Mix

Domenica 10 settembre
12.00 - 01.00 – You Don't Fool Me - Mix

Lunedi 11 Settembre
12,00-24,00 – You Don't Fool Me - Mix

Martedì 12 settembre
12.00 - 01.00 – You Don't Fool Me - Mix

Mercoledì 13 settembre
12,00-14,00 – You Don't Fool Me - Mix

14,00-24,00 - A Winters Tale - Mix

Giovedi 14 Settembre
14.00 - 02.30 - A Winters Tale - Mix

Venerdì 15 settembre
14,00-16,00 - A Winters Tale mix - Mix / X-fade
16.00 - 01.30 - I Was Born To Love You - Mix

Sabato 16 settembre
12.00 - 02.00 - I Was Born To Love You - Mix

Domenica 17 settembre
14.00 - 04.00 - I Was Born To Love You - Mix

George Michael

Durante una delle serate di questa seconda settimana ci venne a trovare George Michael. C'era la forte possibilità che avrebbe potuto cantare una delle canzoni. Roger, John, Brian, David, George ed io ci siamo seduti a chiacchierare nella sala di controllo. Una delle conversazioni riguardò i Beatles e il lancio della loro raccolta intitolata 'Best Of '. A Brian quella idea non piaceva, ma io dissi che era un'operazione in fondo simile a quella che i Queen si apprestavano a fare col lancio del loro nuovo album. Ci fu un silenzio di tomba, ma la mia considerazione non era affatto dispregiativa. Sono stato aiutato dal fatto che George si dichiarò d'accordo con me e così siamo passati oltre. Alla fine nessuno parlò con George della possibilità di cantare qualcosa.

Roger decise che avevamo tutti bisogno di una pausa e e così siamo andati a dare un'occhiata ad un garage di auto d'epoca lungo la strada dalla studio su sulla Goldhawk Road. Roger ha visto una Cadillac limousine nera che ha molto apprezzato. La mattina dopo venne in studio dicendo “Non dirlo a Jim (Beach), ma ho comprato la macchina”.

Non ho preso appunti su quali canzoni abbiamo lavorato nella terza e ultima settimana, ma sono abbastanza sicuro che fossero: Its' A Beautiful Day, Let Me Live (che aveva bisogno di un remix dato che il mix precedente viola sul diritto d'autore perché troppo simile a un pezzo di Janis Joplin), Made In Heaven, It's A Beautiful Day (Reprise), My Life Has Been Saved e Track 13. Le altre tracce erano già state invece rimixate nella loro versione definitiva.

Track 13

David Richards aveva costruito questa traccia lavorando nel proprio studio usando un nuovo impianto chiamato ASR 10 (rack . Si trattava di un campionatore/sequencer dotato di riverberi, filtri e ritardi incorporati. Vi aveva chiaramente trascorso del tempo a sperimentare un po' di cose sfruttando le sue competenze. Non riesco a ricordare quanto della traccia 13 sia stato effettivamente messo insieme, ma la programmazione e la registrazione è accaduta in questa sessione. Mi ricordo che abbiamo usato un effetto delay AMS. Al minuto 20.35 del pezzo potete cogliere un esempio del risultato ottenuto con l'AMS. Avevamo a disposizione anche una manciata di campioni vocali di Freddie. David mi permise di impostare i campioni in un Akai S3000 in modo da registrare poi il tutto sul brano. Questo è stato riprodotto per poi essere modificato quella sera da Brian, il cui risultato è quello che si sente sul disco.

Mercoledì 20 settembre
13.00 - 02.00

Giovedi 21 Settembre
12,00-22,00

Venerdì 22 settembre
12,00-22,00

Verso la fine della seconda settimana io e David abbiamo iniziato a parlare dei suoi lavori precedenti negli album dei Queen e in una conversazione gli ho raccontato di come ho vissuto la loro musica. Era così felice per me. Anche lui aveva aveva lavorato con i suoi eroi musicali e quindi capiva cosa potesse significare per me. Credo di aver migliorato la sua giornata cantando qualcosa da Fun In Space, non ricordo cosa fosse, ma avrebbe potuto essere Interlude Da Costantinopoli. David fu talmente entusiasta. Era stupito del fatto che io non avessi detto nulla prima. Abbiamo parlato molto dei Queen, ma poi una sera ho deciso di smettere quando ho capito che per lui parlare di Freddie era davvero doloroso. E' stato straziante, si potrebbe dire che David si sentiva davvero parte della famiglia dei Queen.

Il 1° aprile 2010 scrissi una mail a David e la sua risposta fuimmediata: “David, ho lavorato agli Abbey Road le prime due settimane di registrazioni di Made In Heaven e le ultime tre settimane con voi ai Townhouse Studios. Volevo solo stabilire un contatto con te con la speranza che tu stia bene. Cordiali saluti, Ash”.

La risposta giunse nel giro di pochi minuti direttamente da Montreux: “Ciao Ashley, Mi ricordo bene! Ti ricordo come estremamente disponibile, gentile e discreto. E di talento! Come stai? Cosa stai facendo? Sono buttato fuori dai Mountain Studios di Montreux (ne sono diventato il proprietario dopo i Queen) sei anni fa a causa di disaccordi sull'affitto. Il risultato è stato che sono stato costretto a trovare una nuova soluzione per avere uno studio di registrazione. Ho trovato per caso una splendida villa sulle colline sopra Montreux che ho convertito in uno studio e in un posto dove potrei anche vivere e invitare alcuni artisti per una notte o due. (Ci sono sei camere da letto, anche se le utilizzo come sale di registrazione ). Questa tagliarà tutte le mie spese almeno meno della metà. Ho mantenuto il nome Mountain Studios e anche se è stato lento a partire, ora sono sopraffatto dalla mole di lavoro. Questo mi ha portato a sviluppare l'enorme cantina sotto casa, che ha quasi la stessa superficie dei piani superiori, e quindi ora ho una seconda struttura adibita a studio. Ho avuto problemi a delegare e trovare le persone giuste in Svizzera per aiutarmi a espandere il potenziale, ovvio. Se vuoi farmi visita qui e vedere il potenziale, saresti il benvenuto. Cordiali saluti, David Richards”.

L'opportunità di visitare David nel suo studio in Svizzera non è mai arrivata e sapere della sua recente scomparsa dopo una lunga malattia mi ha riempito di tristezza e rammarico.

Sono stato di recente coinvolto con le rimasterizzazione e l'editing del materiale registrato da David in occasione del Montreux Jazz Festival. L'elenco degli artisti che ha registrato è incredibile e il suo coinvolgimento con loro lo ha chiaramente dotato di una visione del suono che pochi altri avranno mai l'opportunità di avere.

Ringraziamenti speciali

Verso la fine delle sessioni di lavoro ai Townhouse Studios, Brian May mi chiese se ero stato coinvolto anche in quelle agliAbbey Road. Dissi di si e lui prese immediatamente il telefono per comunicare il mio nome a non so bene chi. La mattina seguente Roger mi salutò con un 'Buongiorno Aardvark'. Brian mi aveva accreditato sotto i ringraziamenti speciali del disco e, essendo in ordine alfabetico, sono stato messo in cima alla lista. Del disco non rimasero campioni in studio così ho dovuto aspettare fino a quando l'album è stato pubblicato per essere sicuro che il mio nome ci fosse per davvero.

John Deacon

Decisi di raccontare a John Deacon del mio percorso fino ai Queen. Ancora una volta riassunsi tutto quello che avete letto qui, compresa la nostra chiacchierata veloce durante le riprese del video di Radio Ga Ga 14 anni prima . Lo ringraziai per tutto quello che lui e i Queen avevano fatto e John non poteva credere che adesso avessi potuto lavorare con loro dopo essere stato una comparsa nel video. John in quell'occasione mi chiese se conoscessi Tristan Powell. Tristan è una mia buoa amica dai tempi degli Abbey Road e scoprii che si trattava di un'amica anche della moglie di John. Sono rimasto sorpreso e lo sono ancora oggi. Ho sempre pensato che John si sentisse più a suo agio nel ruolo di persona comune piuttosto che in quello della rock star.

Il primo ascolto di Made in Heaven

Misi assieme un nastro con le tracce dell'album. Brian, Roger, John, David ed io eravamo nella sala di controllo poco illuminata e l'atmosfera era rilassata. Alla fine della seconda riproduzione ho avuto un senso di tristezza per il fatto che il progetto fosse finita, non tanto per quel che riguardava me ma come sentimento di tristezza per la band. Potevamo sentire Freddie cantare e, a volte, era come se fosse stato nella stanza con noi per tutto il tempo, sebben la dura realtà era che lui non c'era più. Certamente durante l'ascolto del disco sentii un vuoto dentro di me.

6 Novembre 1995 - Made In Heaven

L'album è stato ormai pubblicato e solo ora mi rendo conto della scala temporale che ne ha scandito la realizzazione. L'album è stato masterizzato quando mancavano solo sei settimane al lancio in tutto il mondo. Non c'era mai stato un senso di pressione e ciò fu merito della professionalità di David Richards.

Post Album

Avevo avuto una breve conversazione con Roger alla fine delle sessioni ai Townhouse Studios. Mi chiese cosa avrei fatto alla fine del lavoro sul loro album e io gli risposi che ero intenzionato a lasciare il mondo delle sale di registrazione per concentrarmi sulla scrittura di canzoni Avevo scritto e registrato un bel paio di canzoni allora (tutte agli Abbey Road nel tempo libero). Roger mi chiese di mandargli il mio demo tape e poi mi ha invitato a fargli visita nel suo studio lungo la A3 per una riunione.

Dopo aver lasciato il lavoro negli studi di registrazione per seguire il mio sogno come autore di canzoni e il percorso con la mia band, una mattina è capitato che stessi tornando a casa sul tardi dopo uno dei concerti col mio gruppo a Camden. Lungo il tragitto di rientro intravidi in un auto una sagoma familiare. Era Brian. Osservarlo mi fece capire quanto fossi ancora lontano dal realizzare il mio sogno con la mia band.

Ho inviato una email a Brian intorno al 2001. Ho perso l'e-mail e questo mi dispiace. Gli ricordai delle sessioni di registrazione e lo ringraziai per aver fatto inserire il mio nome nelle note di copertina del disco. La sua risposta è stata rapida ed era felice di avermi citato nell'album. Abbiamo avuto qualche scambio di pensieri e ha parlato dei suoi piani futuri musicali per il musical We Will Rock You.

28 marzo 2005

I Queen+Paul Rogers suonarono il loro primo concerto insieme alla Brixton Academy. Il mio amico Chris mi invitò ad andarci insieme. Sua moglie è amica di Anita Dobson. Siamo arrivati presso la sede ma ho avuto problemi a entrare perché non avevo con me i biglietti. Alla fine una telefonata i ha salvati e siamo stati scortati al piano superiore dove c'era un bar. Anita era molto gentile e ci ha accolto dentro.

Volti noti erano nel bar tra cui Brian, Justin Shirley Smith e Pete Malandrone e abbiamo parlato brevemente. Pete riferendosi a me come Aardvark Alexander' e c'era anche Jacky Smith che mi disse di non credere ai suoi occhi nel vedermi lì. L'ultima volta era avvenuto alla fine del lavoro su Made in Heaven. Dopo lo spettacolo siamo tornati in camerino da Brian. Era un po' strano andare dentro e sentivo che avrebbe potuto rovinato la mistica di essere al concerto e di essere di nuovo in attività. Forse dopo aver trascorso del tempo a lavorare con loro in passato avev cambiato il mio punto di vista. Sembrava piuttosto distante e non ci fu l'opportunità di fare una chiacchierata con lui. Ci siamo salutati ed è stato meglio così. La magia è rimasta intatta.



@Last_Horizon