Intervista a Brian May e Kerry Ellis su Guitar Player dell'8 Luglio 2014


Brian May conosce una cosa o due riguardo le voci. Ha lavorato per gran parte della sua carriera con Freddie Mercury, uno dei più grandi cantanti rock di tutti i tempi. Ha anche mescolato la propria voce con quella di Mercury e del batterista dei Queen Roger Taylor per creare alcune delle migliori armonie di sempre. Poi, ovviamente, c'è la sua voce chitarra, che è bella, ricca, con un suono pieno di sfaccettature e immediatamente riconoscibile. Così, quando il buon Dottore trova una nuova voce con la quale si sente in dovere di lavorare, questa diventa davvero una notizia. Nei teatri di Londra la star Kerry Ellis è solo una cantante. Ma il chitarrista fu così preso dalla sua voce da averla incoraggiata a sostenere un provino per lo spettacolo teatrale dei Queen, il musical We Will Rock You, con la promessa di produrre un disco per lei, promessa poi mantenuta nel 2010 con Anthems, uscito sotto etichetta Decca.  Ora i due hanno realizzato un dvd/cd tratto da un recente concerto in Svizzera, parte del Candlelight Tour e intitolato Live at Montreux 2013. Si tratta di un set di intimo, per lo più acustico composto da successi dei Queen e alcune cover scelte con cura. 

"Sono molto fortunata ad essere stata in tour con Brian", dice la Ellis. "Siamo molto bravi a lasciarc spazio a vicenda e credo che riusciamo a completarci." 

Un giorno prima dell'annuncio delle date del tour dei Queen+Adam Lambert, May ci ha dedicato un po' di tempo per parlare con noi del progetto con Kerry Ellis.

Hai sostenuto grandi cantanti per tutta la tua carriera. Quali sono le cose più importanti che un chitarrista può fare per supportare un cantante? 

BRIAN MAY: “La cosa più importante è rimanere sullo sfondo. E' molto importante quello che non si suona in questa situazione, ed una cosa cui ho pensato per molto tempo. Ho imparato un sacco di cose guardando i chitarristi di We Will Rock You in tutto il mondo mentre suonavano i nostri brani. Ci piace dare loro la libertà, e il meglio che possono fare è capire che tutto dipende dai cantanti. A loro dico sempre 'Assicuratevi se mentre suonate è possibile ascoltare la voce. Questo vi farà capire se state facendo il lavoro giusto oppure no'. Una canzone riguarda soprattutto il cantante e se capisci questo il gioco è fatto. Ricordo che ho iniziato in questo modo. Non ho imparato per prima cosa la chitarra solista. Ho imparato chitarra ritmica e poi quella solista. Quindi per me è una sorta di ritorno alle mie radici, ed è qualcosa che mi piace molto. Ho passato un sacco di tempo a studiare e cercare di risolvere le cose perché, come accompagnatore, non si vuole perdere nulla. Bisogna avere chiara in mente l'intera struttura degli accordi che compongono la canzone, altrimenti questa non raggiungerà il suo potenziale. Ma per farlo con sei corde su una chitarra acustica devi usare tutto quello che hai a disposizione, le corde mute e aperte, l'aggiunta di piccoli riff e altre cose, e poi bisogna sempre ricordarsi che si deve circoscrivere la voce, non sopraffarla Per me è uno studio affascinante e sono molto orgoglioso di quello che stiamo facendo.” 

I vostri concerti iniziano con Born Free, un brano che possiede un tono enorme, tanto che all'inizio ero convinto usassi una 12 corde. Come hai trovato quel tono? 

BM: “E' solo una chitarra standard con con delle corde nuove. Io uso molto le mie dita, i polpastrelli e anche le unghie per suonare. Quindi, si tratta di scegliere i giusti punti in cui suonare. Se avete un sacco di corde vuote questo fa una differenza enorme. Mi piace progettare queste cose, così posso usare un sacco di corde aperte in modo insolito. Il mio riff in Born Free non è quello originale, ma penso che John Barry (l'autore del pezzo, ndt) approverebbe. Ha delle corde aperte che le danno luminosità.”

La maggior parte del tuo stile nel suonare la chitarra è fatto con le dita, senza plettro durante questo tour, anche quando fai i tuoi assoli con la Red Special. Come mai non usi la famosa moneta da sei pence (Brian è solito usare questa moneta piuttosto che il classico plettro di plastica, ndt) ? 

BM: “Ho scoperto che si può essere davvero molto espressivi con le dita e così ultimamente mi sono spinto di più in quella direzione. Ma è una cosa che ho sempre fatto. Nel video di  Bohemian Rhapsody ad esempio si può vedere che sto suonando con solo le dita nel mezzo. Quelle piccole parti espressive sono diventate sempre più importante per me. Io non sono in competizione con un batterista e un bassista o un intero gruppo, quindi non ho bisogno di colpire duro. Quindi le dita funzionano meglio in molte situazioni oggi.”

Cosa puoi dirci di quella chitarra con le finitura metalliche che hai usato su Nothing Really Has Changed? 

BM: “E' più di una semplice finitura metallica, è fatta di lastre di acciaio. Ero stupito quando l'ho vista la prima volta. Per essere onesti ho pensato 'Questa è una bella chitarra. Lo metterò sul muro'. Non mi ero reso conto che sarebbe stata anche un grandissimo strumento per suonare fino a quando non l'ho utilizzata in Africa per suonare utilizzando un minuscolo amplificatore nella giungla. Ho scoperto che aveva questo suono straordinario, direi lugubre, così ora la uso molto. E' una bella chitarra.” 

Per il concerto di Montreux hai utilizzare il solito amplificatore AC30 con il Treble Booster? 

BM: “No. Non ho utilizzato l'AC30. Ho solo utilizzato una normale amplificazione e il minuscolo amplificatore Deacy (costruito da John Deacon e utilizzato, ad esempio, su My Baby Does Me, ndt). Questo è tutto quello che uso. La cosa più difficile da ottenere quando suoni la chitarra è la delicatezza. E' una cosa che ho notato dolorosamente alla fine di No One But You. E' davvero difficile ottenere quella delicatezza. Così credo che avrei potuto usare qualcos'altro. Non saprei.” 

In realtà è abbastanza sorprendente il fatto che riesci ad ottenere quel tipo di tono senza utilizzare il rig (software in grado di processare il suono della chitarra per simulare suoni di amplificatori ed effetti famosi). 

BM: “Mi ricordo di aver suonato una volta con Hank Marvin, il mio eroe degli Shadows. Ha preso la mia chitarra e come ha suonato? Sembrava Hank Marvin, non Brian May! Questo mi ha fatto capire che il suono dipende tutto dalle dita.”

(Fonte: http://www.guitarplayer.com | www.brianmay.com)

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