Intervista a Brian May sul The Guardian del 18 Ottobre 2014

E' il 1963 e sullo sfondo della scena rock'n'roll emergente un adolescente che si è costruito una chitarra in casa con suo padre. Cinquanta anni dopo quell'adolescente si è trasformato in Brian May, il "dio della chitarra", e cuore di una delle più grandi rock band del mondo, i Queen. E quella chitarra fatta in casa – chiamata Red Special – che ha iniziato la sua vita come un hobby tra padre e figlio, ha raggiunto lo status di icona. E' la Red , o "la vecchia signora", come la chiama affettuosamente Brian, che si sente in ogni album dei Queen e che lui suona in ogni concerto. E' la chitarra con cui ha suonato l'inno nazionale dal tetto di Buckingham Palace nel 2002 per il Golden Jubilee della Regina d'Inghilterra. In tour ha una propria guardia del corpo ed è diventata un marchio – la Brian May Guitars – che produce repliche a prezzi accessibili. Ora, per celebrare il 50° anniversario della Red Special e per la gioia degli appassionati di chitarra, Brian ha decostruito il proprio strumento in un nuovo libro che descrive ogni vite, molla e pezzo che lui e suo padre hanno usato per realizzare la chitarra. Ma, ad un livello più profondo, questo libro è soprattutto per Brian il racconto, svelato per la prima volta, della natura del complesso rapporto che aveva con suo padre. Sono passati più di venti anni dalla morte del padre, ma quando ne parla, Brian si commuove visibilmente quando ricorda il loro tempo prezioso trascorso in laboratorio per costruire la Red Special:



"Ero figlio unico e sono cresciuto nella nostra piccola casa a Feltham, nel Middlesex. Papà era un ingegnere elettronico e durante la guerra ha servito nella RAF (l'aeronautica militare inglese, ndt) dove ha conosciuto mia madre, Ruth, che era nel WRAF (il distaccamento femminile dell'aeronautica, ndt). Dopo la guerra si sposarono. Quando sono nato mio padre ha ottenuto un lavoro nel progetto di sviluppo del sistema di atterraggio del Concorde. Papà era in grado di fare qualsiasi cosa. Ha trasformato la nostra camera da letto in un laboratorio dove ha costruito tutti i nostri elettrodomestici, tra cui anche la televisione."

Brian racconta di essere sempre andato bene a scuola, collezionando esami con il massimo dei voti. La sua passione per la musica è nata proprio grazie al padre che suonava il pianoforte e il banjo:

"Ma io volevo disperatamente una chitarra, così quando avevo sette anni mamma e papà me ne regalarono una acustica - che ho ancora - e mio papà mi insegnò a suonarla usando il banjo ukelele. Non passò molto tempo e riuscì a renderlo elettrico, collegandolo ad un amplificatore fatto in casa. A 16 anni però desideravo ancora disperatamente una vera chitarra elettrica, ma non potevamo permettercela, così iniziammo a farne una in casa.”

Il sogno di Brian era realizzare uno strumento che potesse "parlare" con lui e avesse un buon "feed back", così come aveva visto e sentito dal suo eroe Jimi Hendrix. E Harold May riuscì anche in questo, aiutandolo a creare toni e suoni unici, che hanno definito il suo stile come chitarrista per gli anni a venire:

"Ci sono voluti due anni ed è stato fatto tutto con utensili a mano e sfruttando i materiali avevamo a disposizione. Così per il manico utilizzammo il legno che rivestiva un vecchio camino. Abbiamo intagliato tutto a mano, impiegando vecchi bottoni di madre-perla per i tasti, mentre il tremolo è stato fatto con una molla presa da una motocicletta e un ferro da calza di mia mamma! E' stato un momento speciale per tutto il tempo in cui abbiamo lavorato per costruirla. Ricordo che una volta papà si fece sfuggire lo scalpello che finì col danneggiare un grosso pezzo di legno. Non si dava pace per quell'errore, era un tale perfezionista. All'epoca non potevamo sapere che ruolo avrebbe avuto la Red Special nella mia vita, io pensavo solo che l'avrei usata per divertirmi in casa.”

Ironia della sorte, Brian non aveva nemmeno previsto che quel progetto che lo aveva avvicinato così tanto a suo padre potesse anche metterne in crisi il rapporto. E' stato durante i suoi studi per un dottorato di ricerca in astrofisica a Londra, che Brian ha incontrato Freddie Mercury e sono nati i Queen:

"Papà era mortificato quando seppe che sceglievo la musica invece del dottorato. Ha pensato che stavo gettando via la mia educazione. Ma, alla fine, la forza di attrazione della musica era qualcosa di troppo difficile cui resistere, soprattutto quando ci hanno chiesto di andare in tour con i Mott The Hoople. Quando la carriera dei Queen è iniziata a decollare, io e papà non ci siamo parlati per quasi due anni. Odiava anche il fatto che all'epoca stessi vivendo con una donna, che poi diventò la mia prima moglie, Chrissie. Pensava che fosse una cosa immorale. Non riusciva a capire quel mio stile di vita. Sembrava che ci fosse tale conflitto in papà: da un certo punto di vista era in sintonia con la mia musica, dopo quello che avevamo fatto assieme per costruire la Red Special; ma su un altro livello, non riusciva ad accettare la mia vita dedicata al rock."

La spaccatura tra padre e figlio ebbe un effetto devastante sulla salute della madre di Brian, mentre lei cercava disperatamente di mettere pace tra i due:

"Fu qualcosa che la spinse verso un esaurimento nervoso. Ho ereditato la testardaggine di mio padre e lei non riusciva a fare in modo che uno dei due facesse il primo passo verso la riconciliazione. Mi spiace non essere stato più conciliante, ma io e papà eravamo davvero troppo simili."

La svolta nel loro rapporto arrivò quando i Queen suonarono al Madison Square Garden di New York nel 1977:

"Ho messo i miei genitori su un Concorde, proprio quello a cui papà aveva lavorato, ma sul quale non avrebbe mai potuto permettersi di viaggiare e gli dissi di vedere cosa ne pensava. Vennero con mia moglie Chrissie e nostro figlio Jimmy, che all'epoca era ancora un bambino. Li ho messi in un albergo e dissi loro di ordinare il servizio in camera, e dopo lo spettacolo papà mi strinse la mano e disse 'OK figlio mio, adesso ho capito.' Quello fu un momento cruciale per me, perché desideravo disperatamente la sua approvazione."

Solo molto più tardi Brian scoprì il vero motivo per cui il padre nutriva un'antipatia così acuta nei confronti del suo stile di vita:

"Papà mi confidò che quando si congedò dalla RAF, avrebbe voluto far parte di una band, solo che scelse la strada più sicura di un lavoro normale. A quel punto mi resi conto per lui non poteva essere facile accettare la mia scelta perché era un sogno cui lui stesso era stato costretto a rinunciare.”

Ma con quella scelta il padre di Brian era riuscito a far superare alla propria famiglia le tante difficoltà finanziare di quegli anni:

"Da bambino non avevo capito quanto fossimo in difficoltà. Quando ho scoperto che papà stava ancora cercando di pagare il mutuo dopo tanti anni, ho saldato io il debito per lui. Ma lui ci rimase male, ritenendo di aver fallito per non essere riuscito ad affrontare da solo quella spesa, mentre io avevo potuto pagare tutto suonando in una sola serata. Ma non è vero che avesse fallito, lui era meraviglioso. Papà è morto di cancro nel 1988, aveva solo 66 anni, nonostante fosse in forma e non bevesse. Ma fumava 40 sigarette al giorno ed è questo che lo ha ucciso.”

Mentre Brian era ancora in stato di shock per la morte di suo padre, sua madre lasciò cadere un'altra bomba:

"Mamma mi spiegò che avevano avuto un rapporto difficile. Ma, come ogni bambino non avevo idea di quale fosse la reale situazione tra loro, e per me la mia casa era un luogo sicuro e amorevole. Ma lei si sentiva come se avesse annullato se stessa per lui, come le mogli dell'epoca tendevano a fare. Più tardi è riuscita a compensare questa mancanza lavorando in una farmacia e impegnandosi nel campo del sociale. Ho avuto una vita meravigliosa con mia mamma durata dieci, fino a quando lei morì improvvisamente a 76 anni per un aneurisma. Vorrei che fossero entrambi ancora qui, soprattutto per festeggiare il 50° compleanno della Red Special. Il motto di papà era 'Se una cosa vale la pena farla, allora vale la pena strafare'. E questa è una cosa che con i Queen abbiamo sicuramente realizzato! Spero sia orgoglioso di me. Da quando è morto sono diventato una persona che cerca di fare la differenza per il mondo, e non solo attraverso la musica. Penso che avrebbe sorriso, avrebbe fatto un cenno con la testa e avrebbe detto 'Sì, figliolo, hai fatto la cosa giusta'.”