William Orbit racconta la sua collaborazione con i Queen sull'Huffington Post del 06 Novembre 2014

L'appuntamento con Brian May è fissato in una bella giornata di sole, che mi accompagna mentre in treno attraverso la campagna inglese, diretto alla sua tenuta. Ad accogliermi sul prato ci sono i telescopi e, ovviamente, tutta la strumentazione del suo studio di registrazione. Oggi dobbiamo incidere le parti di chitarra per una nuova canzone dei Queen. Ma a farmi battere davvero il cuore non è la vista di tutte le attrezzature classiche, ma il suono degli amplificatori che si spande per la sala. Mentre Brian inizia a suonare il suo assolo, io mi trovo nella sala di controllo e lo osservo attraverso il monitor a circuito chiuso. Osservarlo genera l'istinto irresistibile di raggiungerlo per godersi la scena da vicino: Brian che suona impassibile e muoversi sono solamente le dita lungo la sua Red Special e io che lo accompagno sfidandolo in un “air-guitar”.

Una volta che abbiamo impostato gli accordi essenziali da eseguire, io e Brian ragioniamo su come lavorare sulle voci di Freddie e Michael, in modo da arrangiarle nel modo migliore possibile. I Queen sono dotati di un'abilità fenomenale: Roger, ad esempio, è un musicista dal talento straordinario e vario e io lo seguo e ammiro da anni. Le parti di basso originali suonate da John Deacon sono perfette perché suonate con una tale fluidità ed espressività che mi guidano facilmente nei vari interventi che devo fare sul pezzo. E poi c'è il piano suonato da Freddie, che è il cuore della canzone e che mi fa capire quanto sul piano tecnico questa band sia una delle migliori al mondo.

Sono arrivato a collaborare a questo progetto con i Queen attraverso Roger Taylor, al quale mi lega un'amicizia che dura ormai da anni e che ci ha visti andare insieme in vacanza e fare gite in barca. Un giorno mi ha telefonato e mi ha chiesto se volessi essere coinvolto in questa avventura musicale. Inutile dire che non me lo sono fatto ripetere due volte. Quando ho suonato il brano per la prima volta nel mio studio di registrazione ho provato la stessa sensazione che si avverte quando si schiude uno scrigno pieno di gioielli. Sentire la voce di Michael mi ha emozionato davvero: è così viva e commovente e ascoltarla è stato come averlo di persona in studio. Tutti abbiamo percepito realmente la sua presenza e quando alla sua voce ho aggiunto quella di Freddie l'emozione ha raggiunto un livello indescrivibile.

Questa musica è piena dell'anima di questi due grandi artisti. E' qualcosa che puoi percepire nello spazio tra una nota e l'altra, nelle sfumature dei suoni, persino attraverso la corrente che scorre nei cavi elettrici. Qui lo spirito di Michael e quello di Freddie sono reali e tangibili, una presenza che per tutto il tempo mi ha fatto scorrere brividi di emozione lungo la schiena.


@Last_Horizon