Intervista a Brian May e Lord Martin Rees sul Guardian del 30 Giugno 2015


Secondo un influente e autorevole gruppo di scienziati, astronauti e rockstar, la ricerca preventiva degli asteroidi che potrebbero colpire il nostro pianeta deve essere accelerata di almeno cento volte rispetto a quanto viene fatto attualmente per poter proteggere il nostro futuro. La richiesta proviene da esperti di tutto il mondo che oggi 30 Giugno partecipano all'Asteroid Day, un evento che sarà caratterizzato da una serie di conferenze e dibattiti volti a far conoscere il pericolo rappresentato dai corpi celesti ancora ignoti e che potrebbero essere in rotta di collisione con la Terra.

Lord Rees, l'Astronomo Reale, e Brian May, del gruppo rock dei Queen, sono due dei nomi compresi nell'elenco di coloro che hanno sottoscritto la dichiarazione dell'Asteroid Day, con la quale chiedono una rapida accelerazione negli sforzi umani per trovare e monitorare gli asteroidi potenzialmente pericolosi. Tra gli altri firmatari ci sono Peter Gabriel, Richard Dawkins, Brian Cox e Eileen Collins, il primo comandante femminile di uno Space Shuttle della Nasa.

"L'obiettivo è incrementare la consapevolezza dell'opinione pubblica e dei governi sul fatto che siamo sotto la minaccia di un attacco meteorico", ha dichiarato al Guardian il chitarrista dei Queen Brian May. "E' stata fatta luce e abbiamo visto alcuni grandi film, come quello con Bruce Willis e possiamo dire che la minaccia è molto seria”.

L'Asteroid Day cade nell'anniversario della caduta di asteroide nel 1908 nella regione siberiana di Tungusk. L'oggetto celeste esplose a mezz'aria, rilasciando l'energia pari a quella di una grande bomba all'idrogeno, che appiattiì 2.000 kmq di foresta di conifere. Per saperne di più leggi QUI.

Se un asteroide delle stesse dimensioni esplodesse solo nell'atmosfera sovrastante una città come Londra, l'esplosione potrebbe distruggere gran parte della città. Addirittura anche chi si trovasse in zone lontane dal cuore della città, come ad Oxford, potrebbe restare bruciata dal calore intenso liberato nell'esplosione.

Da osservazioni effettuate con telescopi terrestri, i ricercatori sanno che del milione o giù di lì di asteroidi che potrebbero colpire un giorno la Terra, appena 10.000 sono noti e monitorati. Questo significa che per il 99% degli asteroidi che potrebbero rappresentare un pericolo reale, oggi non sappiamo nulla

"Sono chiaramente una minaccia e per la prima volta è possibile fare qualcosa per ridurre questa minaccia," chiarisce Lord Rees. "E' ora possibile fare un sondaggio di tutti gli asteroidi potenzialmente pericolosi per la Terra con un diametro di 50 metri, ed è bene precisare che oggetti del genere impattano con il nostro pianetacirca una volta ogni cento anni. Si potrebbe quindi controllare le loro orbite per vedere se sono in rotta di collisione con la Terra ed entro 20-30 anni sviluppare la tecnologia in grado di deviarne la traiettoria", ha aggiunto.

Asteroidi grandi diversi chilometri possono colpire la Terra ogni 10 milioni anni circa e sono in grado di causare distruzione su scala globale, come quello che colì il Messico ponendo fine all'esistenza dei dinosauri. Poiché la maggior parte della superficie terrestre è coperta da acqua, gli asteroidi hanno maggiori probabilità di impattare proprio negli oceani e se ciò accadesse le conseguenze sarebbero disastrose per tutti i continenti, con onde di tsunami capaci di distruggere per km le coste americane ed europee, se ad esempio una meteora cadesse nell'Atlantico.

"Abbiamo dati piuttosto grezzi sul fenome, ma sappiamo quando una particolare asteroide sta per colpire. Se abbiamo intenzione di prendere precauzioni, abbiamo bisogno di conoscere le orbite di tutti questi corpi ", continua Rees nella sua spiegazione. "La prima cosa da fare è indagare per i scoprire se ci sono asteroidi che sembrano essere in rotta con un'alta probabilità di colpire entro i prossimi 50 anni. Se riusciamo a prevedere un impatto con così largo anticipo, avremo anche il tempo sufficiente per lavorare alla tecnologia necessaria per scongiurare il pericolo”.

Una missione, proposta dalla Nasa ha lo scopo di catalogare i due terzi degli asteroidi e degli altri oggetti che in astratto possono rappresentare un pericolo per la Terra e che sono più grandi di 140 metri. Si chiama NEOCam ed è un progetto che utilizza una telecamera a raggi infrarossi per raccogliere informazioni sulle dimensioni degli asteroidi, la loro forma, la rotazione e la composizione. Una missione privata chiamata Sentinel, di cui Brian May è uno dei finanziatori, ha realizzato un telescopio a raggi infrarossi nello spazio, ed è guidata da Ed Lu, un ex astronauta dello Space Shuttle.

Gli scienziati sono attivamente alla ricerca di nuovi modi per proteggere la Terra da eventuali asteroidi. Una strategia è quella di mandare in crash un veicolo spaziale contro l'asteroide, così da cambiarne la traiettoria. Un'altra opzione è un "trattore di gravità". In questo scenario, un veicolo spaziale vola accanto a un asteroide in arrivo per un tempo sufficiente affinché possa fungere da vero e proprio rimorchiatore gravitazionale, capace di deviare la rotta dell'asteroide abbastanza per passare vicino la Terra in modo sicuro. Entrambe le soluzione tuttavia potrebbero incorrere in problemi in una situazione reale, perché in un caso la spinta potrebbe non funzionare come previsto, nell'altro l'asteroide potrebbe modificare non abbastanza da evitare la collisione col pianeta.

L'opzione nuclerare, invece, è allettante per Hollywood, ma meno per molti scienziati, tra cui anche Brian May, che ha un dottorato di ricerca in astrofisica. "Bombardare con testate atomiche un asteroide non è probabilmente la più grande delle opzione, perché si genererebbero una quantità indefinita di frammenti impossibili da intercettare. Deviare invece il percorso della meteora può essere la soluzione più saggia”, ha spiegato. "E' assolutamente possibile che ci sia qualcosa là fuori della grandezza giusta per distruggere una delle principali città del mondo, e questa è una cosa molto grande: si sta parlando di un disastro umano su vasta scala. Si tratta della fine di tutti noi, di tutte le persone sul pianeta, di tutte le creature viventi e di tutto ciò che abbiamo costruito. Affrontare per tempo il pericolo è una sorta di assicurazione, se volete”.


@Last_Horizon