Intervista a Brian May sul The Guardian del 29 Maggio 2016


Brian May si osserva le mani. Le unghie sono dipinte con un futuristico color argento, ma lui è concentrato soprattutto sulle punte. Mi informa che sono ricoperte di morbidi calli. Non c'è da stupirsi, è appena arrivato da Barcellona, ​​dove si è esibito per il tour dei Queen + Adam Lambert. Ma qui a Londra, dove ci troviamo adesso, la sua chitarra non c’è. Perché oggi Brian non è ansioso di parlare di musica. Oggi è il giorno del lancio della sua ultima invenzione.

Soprannominato "OWL VR Smartphone", il suo gadget low-tech in plastica regolabile sembra un incrocio tra un misuratore di scarpe e il Google Cardboard. Lo smartphone viene montato nella parte posteriore del telaio, utilizzando del nastro adesivo, una piastra metallica e un magnete e il dispositivo consente di visualizzare i video a 360 gradi. Ma, come rivela May, si può fare molto di più. Con il suo OWL infatti si possono visualizzare anche le immagini in 3D, sfruttando una tecnica nota come la stereoscopia. Con un app poi, ci dimostra, si possono anche creare versioni 3D delle foto che realizziamo con i nostri cellulari. "Si tratta di uno strumento scientifico che funziona", dice, con la sicurezza di un uomo che ha un brevetto in corso.

Il suo orgoglio è palpabile e anche piuttosto accattivante, anche perché May ammette che questa sua invenzione (disponibile per 25 sterline da giugno) è improbabile che sia una grande miniera d'oro. Ma per il musicista è più una questione di condivisione della sua passione inesauribile per l'arte della stereoscopia, che nel corso degli ultimi anni lo ha portato a realizzare una mostra presso la Tate Gallery e a scrivere diversi libri sul tema, oltre a passare parecchio tempo a perfezionare il suo visore OWL. In sostanza adesso la stereoscopio vittoriana in chiave moderna non permette solo di ammirare le immagini del passato, ma si spinge anche nella realtà virtuale. E questo, dice May, potrebbe avere più risvolti di quanto si potrebbe pensare.

Cerchiamo di essere onesti, la passione per le fotografie vittoriane è un po' di nicchia. Da dove viene?
E' successo tutto quando ero un ragazzino. Aprii gli occhi e vidi il mondo intorno a me. Ho amato la musica e ho amato queste immagini. E mi sono appassionato anche all'astronomia e quando ero un ragazzino chiedevo sempre ai miei di poter restare sveglio per guardare in tv lo show di Patrick Moore
The Sky at Night. Mi è stato detto quando ero un ragazzino che non si può essere un artista e anche uno scienziato: si deve scegliere. Ma ho sentito che c’era qualcosa di sbagliato in questa idea, così ho sempre perseguito la musica a fianco della scienza che amavo. E la stereoscopia per me è magia.

Come hai scoperto questo argomento?
Credo che sia stato merito dell'ippopotamo nella serie sugli animale selvatici della 
Vistascreen. Ne vendevano le card stereo con i cereali Weetabix. Quando le guardavo, improvvisamente, invece di due piccole immagini potevo ammirare l'ippopotamo vero e proprio, con la sua bocca mentre sbadiglia e sembrava davvero reale. Ne restai incantato. La realtà virtuale e i video a  360 gradi sembrano un mondo lontano dal 3D, ma il principio su cui si basano è lo stesso. I vittoriani non avevano la TV o internet o i film,  avevano lo stereoscopio e hanno sperimentato il mondo in un modo che era totalmente nuovo. Credo che la realtà virtuale stia per riportarci a questo.

Oltre a questo gadget, è noto che hai inventato anche la tua chitarra. Hai una casa piena di aggeggi che su cui stai lavorando?
Mi piace inventare. Io ho la mia piccola officina e lì dentro succede ogni genere di cose. La prima versione di questo visore è stata fatta di cartone, tutto progettato geometricamente nel mio piccolo laboratorio. Abbiamo fatto una chitarra e abbiamo fatto un telescopio nel laboratorio di mio padre. Sono sempre pronto a fare cose.

I Queen erano una distrazione dalla scienza o era la scienza a distrarti dai Queen?
Sono vere entrambe le affermazioni. Ho sempre creduto che avrei dovuto fare entrambe le cose, ma quando stavo cercando di finire il mio dottorato in astronomia presso l'Imperial College di Londra stavamo provando con i Queen e io insegnavo in una scuola. E' stato doloroso rendermi conto che avrei dovuto rinunciare allo studio per fare qualcosa di diverso. Ma l'ho fatto, mi sono detto "La musica mi chiama, e se non rispondo quella chiamata ora andrà via". Così ho fatto questo passo da gigante. Ma stranamente, quando si prende un passo da gigante in una direzione, questo ti dà la possibilità di fare altri passi da gigante più tardi; così ho avuto la possibilità di tornare al dottorato di ricerca 30 anni più tardi e finirlo. Sono stato in grado di tornare ad occuparmi anche di stereoscopia perché è una passione che non ho mai veramente abbandonato.

Sei appassionato di diritti degli animali. Credi che la realtà virtuale e i video a 360 gradi possano avere un ruolo nella attivismo?
Credo di sì. Credo che se questa tecnologia fosse applicata per permettere alla gente di comprendere che gli animali hanno lo stesso tipo di sentimenti come noi, questo sarebbe un passo fondamentale. Se si potesse entrare in questo mondo attraverso la realtà virtuale e diventare una volpe che viene inseguita da una muta di cani affamati, penso che questo tipo di esperienza potrebbe effettivamente cambiare la sensibilità di alcune persone. Se si potesse mettere la realtà virtuale in un macello e la gente potesse vedere cosa succede a quegli animali, credo che vedremmo un sacco di gente diventare vegana.

Dovremmo impegnarci nella ricerca di vita extraterrestre, o dovremmo prestare maggiore attenzione alla cura della Terra?
Temo che se cominciassimo la creazione di colonie su altri pianeti, andremmo a rovinare anche queli, non è vero? Detto questo, durante lo Starmus (il Festival dell’astronomia di Tenerife, ndt) ho conosciuto una decina di astronauti. In quell’occasione dissi, con grande trepidazione, "Ammiro queste persone, veri pionieri dei viaggi nello spazio. Ma temo per l'umanità, perché non credo che l'umanità sia pronta. Noi distruggiamo tutto ciò che tocchiamo". Dopo Neil Armstrong si è avvicinato e mi ha detto: "Hai ragione, questo andava detto". Ovviamente ho fatto tesoro di quel momento.

Spesso sul tuo sito ufficiale non risparmi critiche alla società attuale.
Credo che la Gran Bretagna si in un momento orribile, dominato dall’ossessione per l’economia e il denaro e ci si è dimenticati che la vita deve essere vissuta e goduta. 

Sei mai tentato di usare il tuo visore stereoscopico per immergerti nel passato, magari nei primi anni di carriera dei Queen?
Preferisco la Grande Esposizione Universale che si svolte ad Hyde Park. Sarebbe incredibile poterci tornare. Credo che la realtà virtuale prima o poi si occuperà anche di questo